Fmi: la crisi è in una nuova fase. A farne le spese soprattutto i giovani. Nel primo trimestre nell’area Ocse l’occupazione nella fascia 15-24 anni scende al 41,9% dal 42,3%.

«Siamo entrati in una nuova fase della crisi, una fase che richiederà ulteriore agilità politica e azione per assicurare una ripresa durevole e condivisa», lo ha detto il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, sottolineando che l’attività economica globale «ha iniziato gradualmente a rafforzarsi. Ma non siamo ancora fuori dai guai». Il Fmi, nel documento preparato per il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, che si terrà virtualmente il 18 luglio, ha voluto lanciare un allarme: attenzione siamo in una nuova fase non di ripresa, ma di problemi da risolvere. Perché? Perché l’attività economica ha iniziato a riprendersi da livelli molto bassi e l’incertezza resta ancora alta. Il Fondo suggerisce «sforzi collettivi», «essenziali per mettere fine alla crisi finanziaria e rilanciare la crescita». E l’Ocse, sempre oggi, non fa che confermare la previsione dandoci anche una prospettiva indietro nel tempo che fa capire da quale situazione veniamo. Si parla di occupazione in calo nei Paesi dell’area Ocse con i giovani che risultano i più colpiti. Nel primo trimestre il tasso è sceso al 68,6% dal 68,9% del precedente trimestre, segnando la prima flessione da inizio 2013. L’occupazione è scesa allo stesso passo per uomini e donne, rispettivamente al 76,1% e al 61,3% mentre l’occupazione giovanile, nella fascia 15-24 anni, scende al 41,9% dal 42,3%. Il numero di persone (di età compresa tra 20 e 64 anni) che erano assenti dal lavoro a causa di un licenziamento temporaneo nell’Unione europea, dove sono considerate occupate, è aumentato drasticamente a 2,3 milioni nel primo trimestre del 2020 (da 0,3 milioni nel quarto trimestre del 2019). Mentre negli Stati Uniti, dove sono considerati disoccupati, sono aumentati a 1,8 milioni nel marzo 2020 (dagli 0,8 milioni di dicembre 2019). Dati più recenti per il secondo trimestre 2020 mostrano un calo molto più marcato del tasso di occupazione negli Stati Uniti, di quasi 9,0 punti percentuali, al 62,6%, con il numero di occupati (129 milioni) al livello più basso dal quarto trimestre del 1998. Analogamente, in Canada, il tasso di occupazione è sceso al 64,7% nel secondo trimestre (dal 73,2% nel primo trimestre).