Governo e Aspi, cioè Benetton, si accordano: non è più revoca. Il premier Conte lo ha definito un successo, con il titolo Atlantia che vola in Borsa. Critica, invece, l’opposizione

«Governo compatto», «oggi si scrive una pagina di storia»: questa la narrazione che M5s e Pd hanno scelto per sugellare l’accordo tra Governo e Autostrade per l’Italia (Aspi) mirato a risolvere la questione delle concessioni, siglato alla fine di un lungo Consiglio dei Ministri, durato circa sei ore e iniziato ieri sera poco prima delle 23. I punti salienti: l’impegno di Atlantia ed Autostrade per l’Italia a garantire l’immediato passaggio del controllo di Aspi ad un soggetto a partecipazione statale come Cassa depositi e prestiti (Cdp); assicurare la scissione proporzionale di Atlantia, a cui resta un 10%, con l’uscita di Autostrade dal perimetro di Atlantia e la sua contestuale quotazione in Borsa; la rinuncia alla revoca avverrà al completamento dell’accordo transattivo. Dunque entro l’anno i Benetton perderanno l’88% di Autostrade per l’Italia? Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha risposto: «Più o meno si, sono operazioni che  hanno bisogno di un tempo che si misura nell’ordine di un anno, ma già da settembre ci sarà il primo passaggio di perdita del  controllo molto rapido». Ma se per la famiglia Benetton di «perdita» si tratta, perché in Borsa il titolo della società che controlla Autostrade per l’Italia, la holding Atlantia, facente capo alla medesima famiglia, all’apertura odierna dei mercati ha guadagnato il 21%? Perché di accordo si tratta e non più di revoca. Infatti come spiegato in una «lettera riservata» indirizzata al premier, diventata subito pubblica, dal ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, e inviata qualche ora prima che il CdM iniziasse: «Considerata la delicatezza e la complessità della questione credo sia opportuno sottoporre al Consiglio dei Ministri la percorribilità della soluzione transattiva» anche in considerazione di quanto sottolineato l’Avvocatura generale dello Stato. Ricordate le parole di lunedì scorso nell’intervista al Fatto Quotidiano del premier Conte, che quel giorno hanno fatto crollare il titolo Atlantia in Borsa (-15,5%)? «I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati. Hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così…Non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici». Nel giro di due giorni: accordo e titolo Atlantia che sale al 21% in borsa. Contenti M5s e Pd, famiglia Benetton e Di Battista, tutto è bene quel che finisce.