Le imprese, anche quelle non toccate dal Covid-19, sono pronte a licenziare

Mentre l’iter di conversione del decreto Rilancio si avvia alle proprie battute finali – è, infatti, difficilmente ipotizzabile l’introduzione di una qualsiasi modifica al testo, visti i tempi incredibilmente stretti che si hanno per la conversione dello stesso (la scadenza è al 18 luglio) -, la questione della proroga dello stato di emergenza si intreccia con la proroga dello smart working e, soprattutto, con il blocco ai licenziamenti per motivi economici. Se sul versante del lavoro agile, nei fatti, già ora le aziende e le amministrazioni pubbliche potrebbero utilizzarlo, con qualche piccola incombenza burocratica, fino al 31 dicembre, sui licenziamenti la partita è tutta da giocare. Il blocco ai licenziamenti scade, infatti, un paio di giorni dopo ferragosto e, al momento, non è prevista proroga alcuna. Potrebbero quindi partire licenziamenti ovunque, anche a prescindere dalla valutazione dell’effettivo impatto negativo da Covid-19 sulla singola impresa.