Migranti: Calabria e Sicilia terre di sbarchi. Ora il rischio è il Covid-19. Musumeci: «Governo deliberi lo stato di emergenza». Santelli: «Non è questione di ideologie, non c’è destra o sinistra su queste cose. Non possiamo essere invasi»

Nulla di nuovo in realtà, tanto che forse non si dovrebbe parlare di emergenza e/o di allarme: pensate, è “(ri)scoppiato” il caso migranti e per di più alla luce del Covid-19. Inimmaginabile? Difficile da credere visto che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta pensando di prorogare lo stato di emergenza; visto che la lista dei 13 Paesi da quali non si può atterrare negli aeroporti italiani potrebbe allungarsi; visto che nessuno sa con assoluta certezza se tutti gli alunni italiani riusciranno a iniziare l’anno scolastico sui banchi di scuola, cioè in presenza; visto che ancora non riaprono biblioteche, cinema, teatri al chiuso; visto che l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi, soprattutto dove non è possibile garantire il distanziamento, resterà almeno fino al 31 luglio. C’è poco da meravigliarsi, dunque, per quanto accaduto ad Amantea in Calabria, in quel Sud che ha combattuto a mani nude il Covid-19: è stato schierato l’esercito davanti alla struttura della cittadina nella quale sono stati accolti 28 immigrati, di cui 14 affetti da coronavirus, su 70 sbarcati, verso i quali si sono levate le proteste dei cittadini, anche oggi con nuove manifestazioni, del Sindaco e della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. Viminale e Governo vigilano sul caso e ragionano sulla gestione di questo e di casi simili – avvistate oggi da Sea Watch 50 persone alla deriva a 24 miglia da Lampedusa – con la requisizione di navi e caserme e la previsione di quarantene anche al largo delle coste italiane, così come accade in Sicilia con la Moby Zazà. O come avvenuto a Pozzallo, dove, prima dello sbarco odierno di 65 migranti, le verifiche mediche (tamponi) sono state fatte direttamente a bordo. Ci si poteva pensare prima? Il Viminale di certo i numeri li conosce e li ha, questi sono “freschi” di giornata: 8.988 i migranti sbarcati sulle coste italiane dall’inizio del 2020, contro i 3.165 dello scorso anno. Due anni fa sono stati 17.296. Un alto numero di arrivi si è concentrato nello scorso fine settimana con 701 persone sbarcate venerdì, 357 sabato e 198 domenica, totale 1256. Tutto imprevedibile? Le questioni sono tante – il Covid-19 è solo l’ultima della serie – e se vogliamo ancora più “antiche”: ad esempio, che cosa sta facendo l’Ue? Proprio oggi i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Malta e Spagna e i Commissari europei per gli Affari Interni e per il Vicinato e l’Allargamento hanno incontrato oggi in Italia le loro controparti provenienti da Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia. «I partecipanti – è scritto nel comunicato – hanno deciso di utilizzare tutti gli strumenti disponibili, compresi i partenariati operativi comuni, come parte del proprio lavoro per giungere a dei Partenariati bilaterali per contrastare il traffico di migranti, per migliorare la loro capacità collettiva di prevenire, individuare, indagare e perseguire le reti di trafficanti di migranti». Auguri!