di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Non tutte le proroghe sono uguali. Sarà prorogato, ad esempio, lo stato d’emergenza determinato dalla pandemia di Covid-19. Fino, sembra, al 31 dicembre 2020. Il che consentirà al governo di mantenere la propria libertà d’azione rispetto al Parlamento, con dpcm, nomina di task force – sulla scuola abbiamo già parlato di Arcuri, di nuovo commissario – e quant’altro. Mentre si discute sulla proroga della concessione autostradale ad Aspi, grazie a un emendamento inserito all’interno del dl Rilancio dai partiti di governo è stata prorogata senza battere ciglio l’assegnazione, sempre ai Benetton di Atlantia, dell’amministrazione degli aeroporti di Roma, che durerà un altro quarto di secolo, fino al 2046. La proroga o la revoca della concessione della gestione del nuovo ponte di Genova – che non coincide, affatto, con quella dell’intera rete autostradale attualmente in mano al gruppo – è oggetto di aspri dibattiti in questi giorni, specie dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato legittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione. Ma, ora che il ponte è stato ricostruito, resta l’amletico dubbio, prorogare o non prorogare? Le indagini sul crollo, invece, 71 indagati per la morte di 43 persone, restano aperte e non si concluderanno prima del prossimo 31 luglio. Poi ci dovrebbe essere una proroga e, almeno per questo primo filone d’indagine, le conclusioni e gli eventuali rinvii a giudizio dovrebbero partire non prima del prossimo anno, forse a gennaio 2021. La questione revoca non è semplice, gli interessi contrastanti, difficile sapere quale sia a questo punto la mossa migliore nell’interesse del Paese, degli utenti che hanno bisogno di garanzie sulla sicurezza di strade e ponti, dei tanti lavoratori interessati. È necessario, però, che una decisione sia presa e che si metta fine a un’incertezza che penalizza soprattutto l’economia e l’occupazione che ruota attorno alle autostrade, liguri e non solo. Ci sono, comunque, anche altre proroghe urgenti e forse ancora di più di quelle sopra citate. Se è vero, come dappertutto si dice, che a breve, con l’autunno, vivremo momenti difficilissimi sul fronte del mondo del lavoro, allora non c’è altra soluzione: bisogna intervenire affinché le previsioni negative, licenziamenti, aumento della disoccupazione, tensioni sociali, non si avverino. Il Paese non può permettersi di cadere in una spirale di povertà ed esclusione, che avrebbe effetti devastanti in primis sui diretti interessati, i lavoratori che perderebbero il posto e le loro famiglie, ma in secondo luogo determinerebbe conseguenze negative per tutti, dal punto di vista economico e sociale. Quindi servono, stavolta senza ombra di dubbio, altre proroghe: quella della Cig e quella del blocco dei licenziamenti, che scade dopo Ferragosto. Entrambi i provvedimenti devono essere prolungati almeno fino alla fine dell’anno.