Paura e rabbia sociale, si teme un “autunno caldo”. Allarme del ministro Lamorgese e del Censis che in uno studio ha descritto l’Italia come «una penisola della paura»

Rischio di “autunno caldo”? «Il rischio è concreto a settembre vedremo l’esito di questa crisi che ha colpito le aziende. Vediamo negozi chiusi, cittadini che non la disponibilità di provvedere ai propri bisogni quotidiani. Il Governo ha posto in essere tutte le iniziative per andare incontro a queste necessità. Il rischio però è concreto. Vedo oggi un atteggiamento di violenza verso le nostre forze di polizia, a cui deve andare il ringraziamento di tutti gli italiani». Sono parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, la quale difende l’operato del Governo di cui fa parte, dimenticandosi di dire però che la cassa integrazione continua a non arrivare, così come gli aiuti agli autonomi e la liquidità che avrebbero dovuto dare sostegno alle imprese. Se sono i lavoratori dipendenti, gli autonomi e gli imprenditori a provare e a dichiarare di avere rabbia e paura, figuriamoci tutti quelli che vivono ai margini della società, che non sono pochi. In uno studio elaborato in collaborazione con Assogestioni, Associazione italiana del risparmio gestito, presentato oggi, il Censis ha descritto il nostro Paese come una «penisola della paura». Ben il 67,8% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare, paura radicata nei territori e trasversale ai diversi gruppi sociali. La percentuale sale al 72% tra i millennials e le donne, sfiora il 75% nel Sud, supera il 76% tra gli imprenditori e arriva all’82,6% tra le persone con i redditi più bassi. In sostanza stiamo parlando della spina dorsale del Paese, percorsa da brividi di rabbia e paura, che, come denunciato dal ministro Lamorgese, si scaglia contro i rappresentanti delle forze dell’ordine. Ma non solo, aggiungiamo noi, visti i molti casi di aggressione anche nei confronti di lavoratori dei servizi pubblici, in particolare nei trasporti. L’epidemia ha generato una grande incertezza economica ed esistenziale per il 49,7% degli italiani (il 58,9% tra gli imprenditori), tanto che l’unica certezza è che «tutto può succedere». Ecco perché sul piano economico gli italiani stanno dimostrando una grande cautela, soprattutto nella gestione dei propri soldi, tanto che il rapporto Censis-Assogestioni parla di «risparmio forzoso». La liquidità nei portafogli delle famiglie italiane è aumentata e potrebbe ulteriormente farlo nel 2023. Ma se gli italiani spendono sempre di meno, tranne che per tutelare e mettere a frutto i propri risparmi con piccole o grandi forme di investimento, il mercato interno rischia la paralisi totale, con prevedibili conseguenze negative sia sul piano occupazionale sia sul Pil. Come hanno rivelato oggi i dati Federalberghi, che ha registrato un calo delle presenze dell’80,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.