Oltre il 98% ha dichiarato che intende tagliare il personale

Attualmente il 15% delle strutture alberghiere ed extra-alberghiere italiane non ha ancora riaperto i battenti per la stagione estiva. Un dato negativo, a cui se ne aggiunge un altro: il 98,4% delle imprese sta pensando di ridurre il proprio personale – il taglio riguarderà sia i fissi che gli stagionali – rispetto al 2019. A lanciare l’allarme è stata un’indagine di Unioncamere e Isnart, l’Istituto nazionale di ricerche turistiche, che ha coinvolto un campione di oltre 2.000 imprese. Che la stagione estiva sarebbe stata difficilissima era noto da tempo, tant’è che il governo ha cercato di aiutare il comparto turistico attraverso alcune misure, tipo il bonus vacanze. Misure che potrebbero essere insufficienti: al momento, infatti, il 57,6% delle imprese interpellate ha ammesso di non aver ricevuto prenotazioni con questa modalità mentre il 30,8% ha dichiarato che non lo accetterà. Quali sono i motivi che spingono i gestori a non riaprire le proprie strutture? Il 46% delle attività ancora chiuse hanno indicato la causa principale negli elevati costi di adeguamento imposti dalle linee guida del Comitato tecnico scientifico, il 34%, invece, ha addebitato la responsabilità alle poche prenotazioni ricevute. Ad agosto, ad esempio, soltanto il 36,6% delle camere disponibili nelle strutture ricettive del Paese è al momento prenotato. A livello territoriale, emergono differenze notevoli: nelle regioni centrali la percentuale raggiunge il 40% circa, scende al 34% al Sud e nelle Isole mentre nel Nord Ovest, una delle zone maggiormente colpite dalla pandemia da coronavirus, arriva al 29,3%.