Ponte di Genova ad Autostrade. E da due anni si attende la revoca. La rabbia del M5s: «Non sapevamo nulla… E se abbiamo un viceministro alle Infrastrutture e un sottosegretario al Mit, per giunta ligure, allora sì che è grave»

Altro che sbloccare e «alzare il limite di velocità dell’Italia, il nostro Paese deve correre», come ha detto il presidente Conte. A confutare l’ultima narrazione del Governo, attraverso il dl Semplificazioni, basterebbe la situazione drammatica vissuta quotidianamente in Liguria da cittadini, lavoratori e imprese, autotrasportatori e persino ambulanze, che impiegano tre volte tanto in più del tempo ad arrivare a destinazione. Ma c’è di più: la questione mai risolta delle concessioni autostradali, puntualmente rinviata di settimana in settimana, è tornata oggi in primo piano. La ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha confermato ai microfoni di Radio24 di aver inviato una lettera al Sindaco di Genova, Marco Bucci, indicando che la gestione del nuovo Ponte di Genova va «al concessionario, che in questa fase è Aspi» quindi ad Autostrade, cioè alla famiglia Benetton. E «comunque un concessionario ci sarà sempre, sicuramente nell’immediato futuro», ha detto De Micheli, almeno fino all’arrivo di un’eventuale revoca. Che non si sa quando arriverà. «Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona, 5Stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: colpa di Salvini anche questo?», ha dichiarato il leader della Lega. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: «Penso ai grillini che promettevano, sulle macerie del Morandi, che avrebbero tolto subito le concessioni. A chi ci accusava di essere amici di Autostrade quando predicavamo solo buon senso dicendo che la giustizia si fa nei tribunali. Ai tanti partiti di Governo che si sono riempiti la bocca di cambiamento e nuova politica senza prendere una, che sia una, decisione su questo tema». A seguire una valanga di dichiarazioni di importanti o ex importanti, come l’ex ministro Danilo Toninelli, rappresentati del M5s, da Bonafede a Crimi, vibranti di sdegno e indignazione, trasudanti certezza che il nuovo Ponte di Genova non dovrà passare per le mani dei Benetton. Una certezza che in due anni non si è mai realizzata, però. Tanti, tutti forse, i Cinquestelle caduti dalle nuvole. L’agenzia di stampa Adnkronos ha riportato la rabbia dei Cinquestelle rimbalzata sui telefonini dei parlamentari e dei membri di governo grillini: «Della lettera di De Micheli non sapevamo nulla… E se abbiamo un viceministro alle Infrastrutture e un  sottosegretario al Mit, per giunta ligure, allora sì che è grave». Difficile stabilire cosa sia più grave ovvero che tutto sia stato fatto all’insaputa dell’intero M5s oppure che si debba constatare per l’ennesima un’imbarazzante inconsapevolezza. Quindi dovremmo continuare a credere che il dl Semplificazioni, ancora vuoto di contenuti, libererà l’Italia da lacci e lacciuoli.