Il solo personale di regioni ed enti locali è crollato di oltre 100mila unità

Un calo senza precedenti. In appena dieci anni, il personale della pubblica amministrazione è diminuito di 212mila unità, un numero impressionante che, in termini percentuali, si traduce in un meno 6,2%. Il crollo dell’occupazione pubblica è ancora più vistoso nelle regioni e negli enti locali, con 100mila dipendenti in meno, addirittura un quinto in meno rispetto al periodo pre-crisi da mutui subprime. Le politiche di contenimento del personale pubblico, avviate soprattutto a partire dal governo Monti, hanno colpito duramente anche la sanità, con 41mila addetti in meno, mentre i ministeri hanno visto ridurre la loro forza lavoro di 36mila unità. Numeri che si riflettono pesantemente sui servizi erogati ai cittadini, sia in termini quantitativi (chi è uscito non è stato sostituito o è stato sostituito solo in parte, così che si sono aperte delle falle enormi nelle piante organiche) che qualitativi. L’età media sempre più alta ha effetti diretti negativi sulla capacità di intervenire in maniera efficace ed efficiente in diversi comparti, mentre si amplia il gap formativo nelle nuove competenze digitali, considerata anche la riduzione delle risorse destinate alla formazione). Appena il 2,9% dei dipendenti pubblici ha meno di 30 anni, a fronte del 16,9% con una età superiore ai 60 anni. Non sorprende, ma sicuramente colpisce il fatto che dal prossimo anno la pubblica amministrazione avrà più pensionati che dipendenti.