di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Da oggi scatta la presidenza di turno tedesca dell’Unione europea, in un frangente delicatissimo per il vecchio Continente, alle prese con l’emergenza sanitaria generata dal Covid, con la crisi economica di portata eccezionale determinata dal lockdown internazionale, con le complesse trattative in atto sulle misure economiche da prendere a livello comunitario per affrontare la situazione e anche con la questione Brexit. Per sei mesi spetterà, quindi, alla Germania il ruolo di guida dell’Europa e, in questo contesto, la consueta rotazione della presidenza Ue assume un’importanza particolare, specie considerando il ruolo ricoperto negli ultimi anni dalla Germania a livello economico e politico in Europa. Finora e soprattutto nelle prime fasi dell’emergenza, l’Ue – già, di fatto, a guida tedesca – non ha certo superato a pieni voti la prova del Covid. Ci sono state troppe indecisioni, troppi egoismi e tutto questo ha causato non pochi problemi ai cittadini europei. Ad esempio, all’inizio della diffusione della pandemia non sono state prese misure condivise, tempestive ed efficaci in termini di controlli alle frontiere. Ora che l’Europa sembrerebbe aver superato la fase più critica, sarebbe quanto mai opportuno non ripetere gli errori del passato, disciplinando gli ingressi dai vari Paesi con misure adeguate e uniformi in tutto il territorio europeo – controllo degli ingressi, blocchi dai Paesi più contagiati, quarantene – e affrontando finalmente il problema irrisolto della gestione delle migrazioni irregolari via mare. La Germania ha annunciato, per mezzo del ministro dell’interno Seehofer, non solo di voler insistere, nel corso del semestre, sulla solita questione dei ricollocamenti, ma anche di avere l’intenzione di modificare le politiche migratorie Ue, con maggior rigore al momento dell’ingresso e controlli ai finti profughi prima che questi entrino nel territorio comunitario. Sarebbe un segnale importante, specie per l’Italia. Senz’altro migliore rispetto ai consigli non richiesti su Mes, elezioni e governi nazionali altrui. Se dal punto di vista sanitario servirebbe in questa fase la massima collaborazione, trasparenza e condivisione, per cercare di far dimenticare gli scandali recenti sui dispositivi di protezione bloccati alle frontiere interne dei vari stati Membri proprio nel momento più critico della pandemia in Europa, sul fronte economico sarebbe auspicabile che la Germania abbandonasse la consueta posizione filo troika per abbracciare una visione espansiva, in difesa del modello sociale europeo, ponendosi alla guida di un’Unione diversa e davvero capace di uscire più unita da questa crisi. Difficile farsi illusioni, però, dati i precedenti. Restando coi piedi per terra, sarebbe, piuttosto, particolarmente importante per il nostro Paese avere un governo nazionale in grado di difendere adeguatamente i nostri interessi, specie adesso, durante il semestre di presidenza tedesco della Ue.