«Non vorrei che ci fosse un preciso disegno, una dose di anti-italianità»

«Torneremo sicuramente al governo, ma non vorremmo tornarci con mezza Italia svenduta». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in occasione di una conferenza di presentazione di un ddl a favore del rilancio delle infrastrutture e per la sburocratizzazione. «Al governo è un anno che per incapacità o malafede stanno bloccando l’Italia. Non vorrei che ci fosse un preciso disegno, una dose di anti-italianità». Qualche esempio? Il dossier legato ad Autostrade. Il leader leghista ha osservato che «fino all’agosto scorso “non si sceglieva su Autostrade per colpa di Rixi e Salvini”». «Ora non può non essere colpa nostra», ha aggiunto, per poi ricordare che «stare fermi su autostrade sta bloccando 15 miliardi di investimenti». Delle ultime proposte lanciate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ce n’è una che trova d’accordo Salvini: l’abbassamento dell’IVA. Ad oggi, però, il governo non ha presentato niente alle Camere. Lo farà, prima o poi? Difficile dirlo. Di certo c’è altro: «Se il governo porterà in Parlamento l’abbassamento delle tasse dell’Iva in un minuto voto a favore», ha annunciato il leader leghista, a “Coffee Break”, in onda su La7. Abbassare l’IVA, però, non è la soluzione: «La strada da seguire è la flat tax». «L’abbassamento della pressione fiscale per la classe media costa circa 13 miliardi il primo anno, perché dall’anno successivo lo stato guadagna di più. Investire soldi nel taglio delle tasse allo Stato converrebbe», ha aggiunto. Infine, anche un commento sul Mes, il fondo che sta spaccando la maggioranza, tra il Partito democratico, che intende farvi ricorso, e il Movimento 5 stelle, contrario, almeno per il momento e salvo ripensamenti dell’ultima ora. Salvini, invece, non ha dubbi: il Mes non va attivato per diversi motivi: «In passato il Mes è già stato provato, le regole sono uguali. Sono soldi dati a prestito. I soldi servono adesso e poi per restituire quei soldi ci sono precise condizioni decise a Berlino e Lussemburgo e io non mi fido. In Europa nessuno ha chiesto questi soldi. Nessuno li vuole e gli altri stanno correndo più di noi con i propri soldi», ha concluso.