Ma per le imprese sono lontani i livelli pre-lockdown

Dopo le debacle osservate in precedenza, il clima di fiducia di consumatori e imprese torna a migliorare. In particolare, quello dei consumatori si è riportato al di sopra dei cento punti, attestandosi a 100,6 e riflettendo tutte le componenti dell’indice: il miglioramento risulta più marcato per il clima economico (da 72,9 a 87,2) e per quello futuro (l’indice passa da 93,1 a 105,6), mentre ha riportato un aumento di entità minore per quello personale e per quello corrente (passati rispettivamente da 100,9 a 104,5 punti e da 95,0 a 96,4). Nonostante la rimane, rimane ben lontano dai livelli precedenti al lockdown il clima di fiducia delle imprese, salito a 65,4 punti dai 52,7 del mese precedente. Anche in questo caso il miglioramento appare generalizzato per tutte le tipologie di imprese considerate dall’indagine: nella manifattura si passa da 71,5 a 79,8 punti, nelle costruzioni da 108,4 a 124, nei servizi di mercato da 38,9 a 51,7 e nel commercio da 68 a 79,1. Entrando nel dettaglio, l’Istat spiega come per l’industria manifatturiera si sia registrato un miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese di produzione. Stessa cosa per il settore delle costruzioni, a cui si aggiunge un aumento delle aspettative sull’occupazione. Bene le attese sugli ordini per i servizi di mercato, ma il saldo rimane ancora in negativo. Per quanto riguarda invece il commercio al dettaglio, l’istituto spiega che recuperano decisamente le aspettative sulle vendite future il cui saldo torna positivo per la prima volta dall’inizio degli effetti della pandemia.