Quasi nullo l’apporto dei beneficiari del Reddito di cittadinanza nei lavori utili

Una polemica tira l’altra. L’ultima ad accendersi richiama ancora una volta il reddito di cittadinanza. Di certo, non aiutano gli scandali quotidiani che raccontano di delinquenti che accedono al beneficio, come pure non aiuta l’atteggiamento quasi provocatorio del numero di Anpal, Domenico Parisi, che passa da una gaffe all’altra, mentre l’Agenzia nazionale per le politiche attive annaspa. Se è vero che il Cura Italia e il decreto Rilancio hanno sospeso le condizionalità, vale a dire gli obblighi che i beneficiari del reddito di cittadinanza devono rispettare per non perdere il beneficio stesso, è pur vero che gli enti locali, già duramente provati per la carenza di organico, avrebbero bisogno di una mano in queste settimane per far fronte alle tante richieste dei cittadini. Ebbene, a fronte di una potenziale platea di 1,2 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza impiegabili in lavori utili alla collettività, quelli effettivamente impiegati sarebbero appena 550.