Più che dimezzate le vendite di beni di consumo durevoli

Continuano a pervenire pesanti segni “meno” dai principali indicatori macroeconomici italiani e questa mattina è stata la volta del commercio con l’estero. Con riferimento all’export l’Istat spiega di aver rilevato una contrazione del 34,9% ad aprile, risultato legato sia alle vendite verso i Paesi dell’Unione europea, che riportano un -32,7%, sia a quelle verso l’area extra-Ue, con un -37,3%. Dall’analisi dei flussi commerciali dei raggruppamenti principali di industrie si può notare come tutte le componenti abbiano registrato pesanti flessioni, con i beni di consumo durevoli a riportare la più intensa: -64,9%, contro il -26% de beni di consumo non durevoli (-31% l’indice complessivo dei beni di consumo). Superiore alla media anche la diminuzione che ha interessato le vendite verso l’estero di beni strumentali, con -44,8%, mentre per i beni intermedi e per l’energia si registra rispettivamente un -31,3% e un -31,7%. Performance simili si possono osservare per il confronto tendenziale, con l’indice generale dell’export sceso del 41,6% (-39,4% per le vendite intra-Ue e – 44% per quelle extra-Ue). Anche in questo caso la contrazione più marcata è stata registrata per beni di consumo durevoli, con vendite verso l’estero giù del 73,3% . Più che dimezzate rispetto ad un anno fa anche le esportazioni di beni strumentali e di energia, per le quali l’Istat indica rispettivamente cali del 56,8% e del 50,1%. In negativo il saldo commerciale, sceso a -1,157 miliardi ad aprile 2020 dai +2,8 miliardi di un anno fa.