Stati Generali: è il giorno di Confindustria. Ma Bonomi ha già bocciato Conte: «Andremo a Villa Pamphili dicendo quello che pensiamo e soprattutto presentando il nostro piano ben preciso»

Conte e il suo Governo o non hanno capito nulla o fanno finta di non capire. Carlo Bonomi, il neo presidente dell’Associazione delle grandi industrie, arriva all’appuntamento di oggi pomeriggio, quarta giornata degli Stati Generali, già “preannunciato” da un “controprogramma” e da dichiarazioni nette e inequivocabili. «È mancata finora una qualunque visione sulla Fase 3, da far seguire a chiusure e riaperture. La fase cioè in cui definire sostegni immediati alla ripresa di investimenti per il futuro, riprendendo e potenziando in toto l’impianto d’Industria 4.0» e «affiancandovi un grande piano Fintech 4.0». Così si esprime nella prefazione del piano “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo” che lo stesso Bonomi oggi consegna al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale, dopo l’informativa urgente alla Camera in vista del prossimo Consiglio Ue e lo scontro con le opposizioni assenti e presenti, si dovrà confrontare a villa Pamphili, ormai il suo rifugio, non certo sulle note di un minuetto. Ribattere alle precise indicazioni del leader delle imprese, rispondendo con Cancellieri che quella di Bonomi è «polemica a tutti i costi» e «sterile», definendo il suo stile «poco elegante», o come ha fatto lo stesso Conte definendo l’attacco del leader degli industriali «ansia da prestazione politica», significa in buona sostanza o non aver capito nulla o non avere adeguati argomenti o entrambe le cose. A parte la solita solfa del «dialogo» necessario e aperto a tutte le parti sociali, invito che, si spera, non sia di pura facciata come quello da sempre rivolto alle opposizioni, abbiamo già visto con quali risultati, il premier non ha altri argomenti a proprio favore né per ciò che ha già fatto e deciso tanto meno per ciò che oggi propone, un progetto cioè più suggestivo che concreto. In effetti il “piano rilancio” in 9 punti somiglia di più ad una dichiarazione d’intenti, sulla scia delle slide di renziana memoria. E così anche sembra pensarla lo stesso Bonomi che ha detto il 15 giugno: «Mi sarei aspettato un cronoprogramma con gli effetti attesi, una tempistica, gli effetti sul Pil. Io tutto questo non l’ho visto, sarei curioso di leggerlo, vorrei ascoltare tutto ciò», alleggerendo il concetto così «noi siamo sempre positivi e propositivi e quindi andremo a Villa Pamphili dicendo quello che pensiamo e soprattutto presentando il nostro piano ben preciso». Signore e signori, il «dialogo» è servito.