Forti polemiche con il presidente dell’Inps; la minoranza chiede le dimissioni

La cassa integrazione continua ad essere terreno di scontro, cosa inevitabile visto il pesante ritardo accumulato in questi mesi. A fronte delle ripetute promesse del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di un celere pagamento – addirittura ci si era spinti ad ipotizzare l’erogazione della cassa integrazione già a fine marzo – il dato di fatto è che sono ancora centinaia di migliaia i lavoratori dipendenti che attendono quanto spettante. Davanti alle proteste dei sindacati e della minoranza parlamentare, in particolare del già sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, il presidente dell’Istituto ha prima chiamato in causa le regioni, accusandole sostanzialmente di aver ritardato l’invio delle pratiche dopo la prima fase amministrativa, salvo poi essere smentito dai numeri, dai quali è emerso chiaramente come l’intoppo non è sul territorio, ma a Roma, un intoppo peraltro causato dall’enorme mole di lavoro che si è abbattuta sul personale dell’Istituto, chiamato a gestire, oltre alla cassa, le pensioni, il reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza e tutto il pacchetto dei permessi retribuiti per la cura dell’infanzia e per la disabilità. Ora, il tentativo in atto è quello di scaricare i ritardi sui datori di lavoro; è infatti allo studio un decreto legge che prevede tempistiche stringenti per la presentazione della documentazione, pena la perdita del diritto a fruire dell’ammortizzartore sociale.