Appena 22 ore lavorate pro-capite, mentre esplode il tasso di inattività

Il crollo dell’occupazione diventa, ad ogni settimana che passa, sempre più una realtà. I primi a crollare sono stati i contratti a tempo determinato (-129mila nel mese di aprile), avvisaglia di quello che succederà durante l’estate, periodo che, in condizioni normali, rappresenta il momento di massimo utilizzo dei contratti di lavoro con la scadenza. In forte calo anche il lavoro autonomo (circa 69mila unità in meno), aspetto sul quale riflettere con attenzione, in quanto non sappiamo quanti di coloro che hanno deciso di chiudere avevano personale occupato, oggi senza lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti imposto con il Cura Italia e prolungato con il decreto Rilancio. C’è un numero che però evidenzia bene la drammaticità del momento ed è quello degli inattivi, aumentati di 500mila unità, formalmente nei primi quattro mesi dell’anno, ma, in pratica, in soli due mesi, fra marzo e aprile. Appena 22 le ore pro capite lavorate in media nello stesso periodo.