Contributo negativo sia dalla domanda interna che da quella estera. Lieve ripresa nel corso del 2021

Nel 2020 si potrebbe verificare una contrazione del PIL dell’8,3% e una ripresa, parziale nel 2021, quando si registrerà un +4.6%. È quanto prevede l’Istat spiegando che «a partire da fine febbraio, il dilagare dell’epidemia di COVID-19 e i conseguenti provvedimenti di contenimento decisi dal Governo hanno determinato un impatto profondo sull’economia, alterando le scelte e le possibilità di produzione, investimento e consumo ed il funzionamento del mercato del lavoro». «Inoltre – spiega ancora l’Istituto nazionale di statistica -, la rapida diffusione dell’epidemia a livello globale ha drasticamente ridotto gli scambi internazionali e quindi la domanda estera rivolta alle nostre imprese». Entrando nel dettaglio, l’analisi degli uffici di via Cesare Balbo, evidenzia come la caduta del PIL che interesserà l’anno in corso sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte, con un -7,2%, legato al calo dell’8,7% che interesserà i consumi delle famiglie e dal 12,5% degli investimenti, in parte controbilanciare dal +1.6% della spesa pubblica. Per quanto riguarda invece il mercato del lavoro, le ULA dovrebbero ridursi del 9,3% nel 2020 per poi risalire del 4,1% nel corso del prossimo anno. «Le previsioni presentate – si legge nella nota dell’Istat – sono basate su ipotesi che riguardano prevalentemente l’ampiezza della caduta della produzione nel secondo trimestre del 2020, più marcata di quella del primo, e la velocità della ripresa dei ritmi produttivi nel terzo e quarto trimestre».