Patuanelli parla di ingresso dello Stato, mentre qualcosa si muove su Jindal

Tutti gli occhi continuano ad essere puntati sul ministero dello sviluppo economico nella speranza che, finalmente, al nome corrispondano i fatti, visto che, finora, si sono presentate più crisi irreversibili che veri rilanci produttivi. La giornata odierna ha messo al centro dell’attenzione il ministro Stefano Patuanelli per le dichiarazioni intorno all’ex Ilva e per gli sviluppi della vertenza Jindal. In entrambi i casi, si tratta di siderurgia e quindi di un settore strategico per qualsiasi economia avanzata. Patuanelli, dopo aver parlato di tagli inaccettabili riferendosi ad ArcelorMittal per la ex Ilva, ha ipotizzato un ingresso dello Stato per il tramite di Cassa depositi e prestiti. Il gruppo franco-indiano ha chiesto di mettere in cassa integrazione 8.157, dal 6 luglio e, presumibilmente, per nove settimane, cosa che ha provocato una durissima reazione da parte delle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb. ArcelorMittal ha legato la richiesta alla crisi da Covid-19. Nel frattempo, l’Ugl Metalmeccanici, dopo la videoconferenza fra lo stesso Patuanelli e gli indiani di Jsw, ha chiesto di fare presto con il piano industriale per lo stabilimento di Piombino. Il gruppo indiano ha promesso un piano industriale entro quindici giorni. Anche in questo caso, la situazione appare molto fluida, pure se si osserva un atteggiamento diverso da parte dei due soggetti imprenditoriali.