La multinazionale Usa non segue le indicazioni del governo; la falla normativa

La questione rischia di rappresentare una profonda crepa nel sistema messo in campo del governo a sostegno dei posti di lavoro. La Jabil, una multinazionale del settore dell’elettronica, ha annunciato il licenziamento dei 190 dipendenti della sede di Marcianise, in provincia di Caserta. Una decisione, ha spiegato l’amministratore delegato per l’Italia, che è stata presa direttamente negli Stati Uniti, come diretta conseguenza delle enormi difficoltà connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. La decisione, chiaramente, non è piaciuta ai lavoratori, che hanno subito indetto uno sciopero ad oltranza, ma neanche al governo, con la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, che ha convocato un tavolo di confronto nella giornata di domenica e aggiornato al pomeriggio di oggi. Il governo insiste sulla illegittimità del provvedimento alla luce dell’articolo 46 del decreto Cura Italia che ha vietato i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo per sessanta giorni. Il successivo decreto Rilancio ha esteso la tutela fino a cinque mesi, anche se occorre ricordare che il decreto legge 34/2020 è entrato in vigore in ritardo, cosa che ha aperto una pericolosa finestra il 18 maggio, giornata nella quale le imprese avrebbero potuto procedere, in linea teorica, ai licenziamenti. Materialmente, le lettere di licenziamento sono datate 21 maggio. Insomma, una partita molto difficile.