Fase 2: adesso è scontro sulla Scuola, 80 mila i posti di lavoro in gioco. Come da copione: Dem, Leu, Psi da una parte, Azzolina e M5s da un’altra

Dovrebbe essere la regina, dovrebbe dare l’esempio, e invece viene trattata come una cenerentola qualsiasi. «Per settembre stiamo lavorando ad un protocollo per la sicurezza che sarà chiuso a breve. Siamo consapevoli dell’importanza della scuola nel contesto sociale», aveva dichiarato ieri il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che per l’obiettivo riapertura a settembre – nodo che si intreccia con il lavoro – sta collaborando a stretto contatto con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il Comitato Tecnico Scientifico. Ma per arrivare ad una sintesi è dovuto intervenire Palazzo Chigi, ma il vertice di maggioranza previsto per ieri sera è slittato. I nodi da sciogliere sono sempre due. Il primo è il ritorno tra i banchi di scuola, una difficile prova, in primis sanitaria, con la quale l’esecutivo si gioca la faccia. Il secondo, i concorsi a cattedra e il concorso rivolto ai docenti con 36 mesi di servizio, oggetto di scontro durissimo che ha attirato sulla ministra, Lucia Azzolina, diverse critiche da Pd (Orfini: «Se si trova un accordo di maggioranza adeguato bene. Altrimenti deve votare la Commissione») Psi e Leu. I parlamentari Dem accusano Azzolina di voler andare avanti da sola senza condividere le scelte, lei (intervistata oggi da Il Messaggero) sostiene l’esatto contrario. Dem, Psi, Leu (e Cgil, Uil, Snals pronti scioperare) vogliono una modifica normativa, un concorso per soli titoli e a scorrimento, mentre l’idea della ministra, «il mio obiettivo è assumere i precari nel rispetto della Costituzione», e del M5s è quella di voler procedere, nel rispetto di accordi presi a dicembre, con il contenuto della normativa vigente che prevede una prova selettiva, garantendone lo svolgimento «in condizioni di sicurezza per i partecipanti e per il personale coinvolto». In effetti c’è un’epidemia con cui fare i conti e il rischio di innescare una seconda ondata di contagi. Infatti ci sarebbe anche un piano B, ma è ancora tutto in stallo. La posta in gioco è alta: incrementati di altre 16mila unità i concorsi straordinario e ordinario, il totale dei docenti assunti alla fine arriverà a quasi 80mila posti. Potrebbe essere Azzolina l’alibi perfetto per un rimpasto di Governo? Ma così si perde di vista il punto fondamentale: gli interessi di studenti, famiglie, genitori che dovranno far conciliare la Scuola e il loro lavoro, il futuro del Paese. In più il tempo scorre: il decreto scuola, all’esame del Senato, a fine mese deve passare all’esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno.