L’obiettivo iniziale era quello di una fase 2 a scaglioni a partire dal 25 maggio

Quanto sta succedendo in Tim, potrebbe verificarsi anche in molte altre aziende nelle prossime settimane. I sindacati di categoria hanno raccolto gli umori dei dipendenti che dovrebbero rientrare in sede, dopo il periodo passato in smart working. Un po’ per il timore di dover affrontare disagi importanti in termini logistici (su Roma, ad esempio, i dipendenti sono 4.300), un po’ per le difficoltà connesse alla chiusura delle scuole, una parte significativa dei dipendenti avrebbe manifestato l’interesse a proseguire l’esperienza di lavoro agile. Tim aveva parlato di rientro a rotazione per il 25% del personale a partire dal 25 maggio, ma ora potrebbe anche rivedere le proprie strategie. In queste settimane, il lockdown ha comportato che 36mila dipendenti su 45mila lavorassero da casa. 8mila sarebbero dovuti rientrare il 25 maggio con l’obiettivo di arrivare al 50% dal 4 giugno. Tim conferma un punto: il rientro sarà a rotazione, con alternanza casa-lavoro.