Promesse non mantenute sul pagamento rapido, ora si aspetta fine mese

Fra qualche mese, probabilmente, si capirà fino in fondo se l’errore è stato quello di voler trattare in maniera tradizionale una situazione completamente nuova, o se, piuttosto, quello di voler assecondare le pressanti richieste che arrivavano da milioni di lavoratori, promettendo l’irrealizzabile, vale a dire il pagamento della cassa integrazione già ad aprile. Intanto, però, il dato di fatto è che la stragrande maggioranza dei dipendenti – praticamente tutti quelli con pagamento diretto da parte dell’Inps – continuano ad aspettare un sussidio, mentre i risparmi – se esistenti – si assottigliano sempre di più. Passano i giorni e l’assegno di cassa integrazione previsto dal Cura Italia non si vede, così come non è mai decollata l’alternativa dell’anticipo bancario. Come fatto notare dalla Ugl, la mancanza di una garanzia dello Stato ha finito per frenare le banche, restie a concedere un prestito, davanti ad una potenziale richiesta cumulata di miliardi di euro, senza avere la certezza alcuna di copertura. Accanto a ciò, è andato in crisi il passaggio fra regione ed Inps, con la doppia lavorazione della stessa pratica, laddove l’unica semplificazione introdotta è stata quella di eliminare il confronto sindacale. Le bozze del nuove decreto legge che circolano in questi giorni non sembrano alimentare particolari aspettative: l’unica speranza è che si riprenda a lavorare presto.