Intanto si susseguono le ipotesi sulle regole per il rientro di settembre

La questione scuola continua ad essere centrale. Lo si è capito anche durante la videoconferenza che il Presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha avuto con le organizzazioni sindacali confederali, dalla Cgil alla Ugl, passando per le altre sigle più rappresentative dei lavoratori dipendenti. Cosa succederà già dalle prossime settimane è decisivo, in quanto ogni decisione è destinata ad incidere su circa 8 milioni di studenti e le loro famiglie, ma anche su oltre un milione di dipendenti, senza contare tutto l’indotto che ruota intorno all’universo scuola, in maniera diretta o indiretta. Ed allora, ferma restando la rassicurazione del premier che ha detto che le decisioni saranno prese con il coinvolgimento dei sindacati, è interessante andare a vedere cosa trapela dal ministero dell’istruzione o, prima ancora, dai vari comitati di esperti. Dopo l’ipotesi di classi divise in due, con una alternanza fra didattica in aula e da remoto, ora arriva una indiscrezione sugli ingressi scaglionati ogni 15 minuti per evitare eccessivi assembramenti. Una ipotesi, quest’ultima, che, però, appare di complessa attuazione negli istituti che non hanno a disposizione più entrate e che potrebbe generare diversi problemi di gestione del personale, docente e non docente. Resta in piedi anche la questione mascherine, per acquistare le quali servirebbero 600 milioni di euro, di cui 100 solo per il personale.