Il settore aereo è uno di quelli che maggiormente stanno soffrendo gli effetti del lockdown legato all’epidemia di coronavirus. Già la scorsa settimana il commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, riferendosi al mese di marzo, ha parlato di «un crollo verticale delle vendite». «Per dare un’idea di quello che è successo – ha spiegato Leogrande – i ricavi sono risultati pari a 43,95 milioni di euro contro i 186,73 dell’anno precedente, con una contrazione del 76,5% nel mese di marzo in cui c’è stata, soprattutto nella prima metà, un’operatività». Ad aprile il vettore avrebbe invece registrato una caduta dei ricavi del 97%. Oggi un quadro della situazione del settore aereo italiano nel suo complesso lo ha diffuso l’Istat, secondo cui «da poco meno di 460 mila passeggeri in arrivo e partenza negli aeroporti italiani di domenica 23 febbraio 2020, si è passati ai 6,8 mila di domenica 29 marzo». Le rilevazioni mostrano inoltre che nel mese di marzo, rispetto allo scorso anno, sono stati cancellati due voli su tre (il 66,3%) e i passeggeri sono diminuiti dell’85%, passando da circa 14 milioni a poco più di due milioni. Di fatto, spiega l’Istituto, il comparto aereo è quello che nel settore dei trasporti è quello che ha subito il più forte impatto. Rimane ora da quantificare il mancato guadagno dei prossimi mesi: senza la pandemia «nel mese di maggio si sarebbero potuti registrare ben 17,9 milioni di passeggeri, i quali avrebbero raggiunto il picco di 21,4 milioni ad agosto 2020».