Il Mezzogiorno contesta la “Fase 2” tra aperture e restrizioni. Musumeci: «Un nuovo esodo dopo il 4 maggio? Non li faccio entrare, come ho fatto in queste cinque settimane»

Stretto tra l’esigenza di aprire più attività economiche e essere più restrittivo sugli spostamenti di residenti e di proprietari di seconde case, magari provenienti dal Nord, il Sud si sta ribellando alle misure decise dal Governo per la Fase 2 iniziata oggi. La “rivolta” della presidente della Calabria, Jole Santelli, rappresenta a livello istituzionale il grido di allarme di un’enorme platea di cittadini, imprenditori piccoli e medi soprattutto, ma anche grandi dell’intero Mezzogiorno, che hanno pagato e pagheranno molto caro il lock down. D’altronde il Sud è terra, oltre che di disoccupati, anche di partite Iva e di cassaintegrati, vecchi e nuovi. «Io mantengo l’ordinanza – ha dichiarato Santelli – Sono convinta dei presupposti. Mi dispiace che (il Governo) abbia preso questa ordinanza come un braccio di ferro mentre era semplicemente la legittima richiesta della regione di far vivere e lavorare, soprattutto lavorare». Un appoggio le è arrivato dai Giovani di Confindustria Sud: «Secondo me è giusto che la governatrice abbia deciso di far lavorare la gente, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza», ha detto il presidente Menotti Lippolis. Sicilia e Campania hanno la stessa preoccupazione: i trasferimenti interni, i ritorni dei residenti rimasti al Nord e i proprietari delle seconde case. Sul trasferimento stagionale nelle seconde case, la Sicilia si regola da sé: «Un nuovo esodo dopo il 4 maggio? Non li faccio entrare, come ho fatto in queste cinque settimane», ha detto il presidente della Regione Musumeci. La Campania ha la maggiore densità abitativa d’Italia e nella fascia costiera la maggiore densità abitativa d’Europa. «È l’unica nella quale non si può sbagliare, perché significa provocare un’ecatombe», ha detto il governatore Vincenzo De Luca. Ma è altrettanto vero, come sostiene oggi l’Ordine dei Commercialisti di Napoli, che «stiamo registrando un forte aumento del sovraindebitamento per famiglie, micro e piccole imprese che presumibilmente provocherà una ulteriore emergenza economica con il relativo disagio sociale». Una Fase 2 evidentemente poco concertata e studiata nei dettagli con i territori. Evitiamo, finché siamo in tempo, di trasformare il Sud in un “nuovo Michigan”.