Se le coincidenze in generale appartengono alla categoria del caso, oggi hanno un filo conduttore. Il 28 aprile si celebra la Giornata mondiale della Sicurezza, istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro per richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, e in questa stessa Giornata l’Italia ha assistito al varo della diciannovesima campata d’acciaio del nuovo viadotto di Genova. Il tracciato del nuovo ponte è quindi completo: lungo 1067 metri per 17.500 tonnellate di acciaio ci ricorderà sempre le 43 vittime che il 14 agosto del 2018 persero la vita a causa della sottovalutazione di enormi rischi. A poco meno di due anni dal crollo del Ponte Morandi, Genova è stata finalmente riunita. Operazione ha richiesto l’impiego di ingenti squadre di ingegneri e tecnici specializzati della controllata Fincantieri Infrastructure, fino a 350 al giorno nei momenti di picco produttivo, che in alcuni casi hanno lavorato per 48 ore. A celebrare questo risultato storico, il  presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli, il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco della città di  Genova e Commissario per la ricostruzione Marco Bucci. La struttura verrà completata con gli ultimi carter, dopodiché’ avverrà il calaggio sugli appoggi definitivi.

Ma, a pensarci bene, le coincidenze in un giorno sono in realtà tre: il Ponte è stato completato proprio durante una pandemia di portata storica. Nonostante il tragico bollettino dei decessi e dei contagiati, nonostante il lock down, a Genova non si è mai smesso di lavorare. Segno evidente che sicurezza, salute, lavoro e produzione possono, anzi debbono, andare a braccetto e soprattutto che anche in Italia è possibile farlo. Quest’anno l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha riconosciuto la grande sfida che «in tutto il mondo i governi, i datori di lavoro, i lavoratori e la società stanno affrontando per combattere la pandemia di COVID-19». E il cerchio si chiude.

Tre coincidenze – tre numero perfetto – importanti che decretano il 2020 almeno per l’Italia come l’anno nel quale la presa di coscienza, nei singoli e collettiva, dell’importanza della salute e della sicurezza non è mai stata così chiara e profondamente sentita.