L’inizio soft della «fase due» scontenta molti, ordinanze più permissive in alcune Regioni. Critiche anche nello stesso governo, Bellanova: «Ci aspettavamo operazione più coraggiosa»

«Chi è lo Stato per decidere se andare a trovare un cugino e non la fidanzata? Queste norme sono incomprensibili. Dirò la mia a Conte giovedì in aula al Senato». A lanciare la sfida è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. L’inizio soft della fase 2, annunciato ieri sera dal premier Giuseppe Conte, ha scontentato molti. Per quanto una ripresa graduale, al fine di contenere la diffusione del virus e una seconda ondata, fosse attesa, ci si aspettava comunque qualcosa di più. «Questo decreto – ha affermato Renzi intervenendo a Tgcom24 – non è che io lo posso cambiare come senatore: farei un bell’emendamento. Ma perché il premier ha scelto di fare un Dpcm e non un decreto legge? Se fosse così lo cambieremmo ma invece non è così». L’economia, intanto, arretra, tante persone non percepiscono reddito e cominciano ad avvertire il peso della quarantena prolungata. «Oggi è il 27 del mese, quel giorno simbolico del pagamento dello stipendio – ha ricordato oggi su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni –. Moltissimi italiani non hanno preso lo stipendio il 27 marzo e moltissimi non hanno soldi da parte, anzi arrivano a mala pena a fine mese. Moltissimi di loro non hanno visto un euro neppure oggi 27 aprile. Lo avevamo detto che le pratiche per la cassa integrazione erano troppo lunghe, non certo per fare un dispetto al governo, ma perché era evidente a chiunque. Abbiamo proposto di dare subito, a tutti quelli che hanno perso la fonte di reddito e sono senza soldi, direttamente sul conto corrente 1.000 euro. Ci hanno deriso. Abbiamo chiesto di togliere almeno tutte le lungaggini burocratiche per la cassa integrazione, ci hanno risposto di no. Oggi molti italiani sono in gravissima difficoltà. Il governo spieghi a loro perché le misure messe in campo non hanno funzionato». Alcune Regioni, però, adotteranno misure diverse. In Veneto, ad esempio, dove da domani sarà consentito lo spostamento individuale su tutto il territorio regionale per recarsi alle seconde case di proprietà o alle imbarcazioni ormeggiate al di fuori del Comune di residenza per la manutenzione e la riparazione. E anche la Regione Liguria accelera, con il governatore Giovanni Toti che ha firmato un’ordinanza per anticipare le misure previste dal 4 maggio. Non solo Renzi, intanto. Nello stesso governo, c’è chi si smarca dalle decisioni prese per l’avvio della fase 2. «Ci aspettavamo onestamente un’operazione più coraggiosa: si poteva, si doveva osare di più», è la posizione espressa dalla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova (Iv), in un’intervista a Repubblica. Polemiche anche sul no alle messe, cui la Cei ha già espresso la propria contrarietà. «Sì alla corsetta, sì alle librerie, sì al cibo da asporto, tutte cose giuste e legittime, per carità, ma in questo contesto il no alla messa stride terribilmente come una misura fuori luogo», ha dichiarato Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Sulle messe, hanno ragione i vescovi: si facciano in sicurezza», ha scritto su Facebook il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.