Febbraio nero per le assunzioni (-17,5%) e per le trasformazioni (-28%)

Le statistiche, come capita spesso, fotografano una situazione già passata. Non l’oggi, quindi, ma quello che è successo qualche giorno o qualche settimana addietro. Ed allora, se vale questo assunto, i dati che arrivano dall’Inps sugli andamenti occupazionali nel mese di febbraio devono far riflettere in maniera approfondita. Se pensiamo che, a febbraio, la percezione della gravità della situazione era, per molti versi, sfuggita a chi detiene le leve del comando – sono di queste ore le indagini in corso della magistratura e la richiesta avanzata da diversi parlamentari e degli stessi sindaci di una attenta valutazione dell’operato del governo e delle regioni -, a maggior ragione non si può immaginare che gli imprenditori avessero già la percezione di dover fronteggiare una provvedimento di chiusura delle attività, come è stato. Eppure, a febbraio, l’occupazione aveva avuto un crollo importante, anche a prescindere dal Covid-19. Più che il saldo negativo, peraltro importante (-31mila), fra assunzioni e cessazioni, sono soprattutto altri due i dati che evidenziano bene come l’emergenza epidemiologica si sia abbattuta su una economia molto fragile. Le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in tempo indeterminato si sono ridotte del 28%, mentre le assunzioni sono state appena 968mila a fronte del milione e 173mila dello stesso periodo dello scorso anno, con un calo del 17,5%.