Deroga e Fis in forte ritardo: per oltre 2,5 milioni di lavoratori aprile è un miraggio

Il vero anello debole continua ad essere la cassa integrazione in deroga, con il doppio passaggio regioni-Inps, quella che dovrebbe servire da sostegno ai dipendenti delle piccole e micro imprese, più a rischio con le nuove regole sulla riapertura delle attività. Al momento, il quadro che si prospetta è il seguente. 310mila aziende hanno già presentato domanda per accedere alla cassa integrazione ordinaria con causale Covid-19, vale a dire le nove settimane riconosciute dal Cura Italia, extra rispetto a qualsiasi altro contatore in corso, anche in sostituzione di una eventuale cassa straordinaria in corso. 152mila aziende, viceversa, hanno chiesto di accedere all’assegno di integrazione salariale per i propri dipendenti. In totale, siamo davanti ad una platea di 6,7 milioni di lavoratori dipendenti. Di questi, per 2,5 milioni, vale a dire il 37%, le imprese hanno chiesto il pagamento diretto dell’ammortizzatore sociale. Nonostante le rassicurazioni, la comunicazione delle ore autorizzate nel mese di marzo da parte dell’Inps è una conferma indiretta che pochi, quasi nessuno, vedrà qualcosa nel mese di aprile. L’Istituto, infatti, nel rapporto sulle ore autorizzate a marzo specifica che non ci sono ore autorizzate riferibili all’emergenza Covid-19. Il tutto, mentre il meccanismo della anticipazione bancaria è inceppato, anche a causa della mancanza della garanzia statale, e la cassa in deroga latita.