E sul Mes, con il carico di Mario Monti, la partita si sta per chiudere. Appuntamento domani alle 15. C’è attesa anche per il “francese” Recovery Fund

Alla vigilia del vertice Ue «non del tutto risolutivo» di domani dei 27 leader degli Stati Ue per decidere in merito all’approvazione del pacchetto di misure individuate dall’Eurogruppo per combattere le devastanti conseguenze della pandemia scatenata nel mondo dal Covid-19, una dichiarazione “di peso” si staglia, ancorché scontata, come un monolite nella grande confusione che in Italia alberga, soprattutto nella maggioranza, sull’opportunità o meno di dire sì e aderire al Mes. «Ci sarà un riconoscimento che non è vero che l’Ue non mette in campo molto, mette in campo moltissimo e alcune cose come gli interventi della Banca centrale li ha già messi in campo, e ci sarà una convergenza nel riconoscere che il Mes può essere e sarà configurato questa volta e per gli interventi sanitari senza condizionalità, salvo verificare che i soldi vadano effettivamente a quella destinazione». Chi è l’autore di questa dirimente dichiarazione? Il senatore a vita e soprattutto ex presidente del Consiglio, Mario Monti, noto per le riforme lacrime e sangue gradite alla Ue, delle quali gli italiani stanno ancora pagando le conseguenze. Vito Crimi, capo politico del M5s, dovrà farsene una ragione, sebbene ancora oggi si ostini a dichiarare: «Come ha detto il presidente Conte il Mes è uno strumento inadeguato. A questo noi aggiungiamo che è anche pericoloso, perché apre le porte al commissariamento del nostro Paese. A questo siamo nettamente contrari». Ma cosa ha detto esattamente sul Mes l’attuale premier? Nell’informativa di ieri al Parlamento ha spiegato che «rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto ai Paesi (Spagna, ndr) che ci affiancano nella battaglia in Europa». La Spagna ha firmato la lettera inviata da Conte a Bruxelles in merito agli eurobond e a nuovi strumenti in grado di far fronte alla pandemia e allo stesso tempo si è detta favorevole a un utilizzo del Fondo Salva Stati o Mes senza le condizionalità ordinarie per quanto riguarda le spese sanitarie. Dunque da parte di Conte è un’apertura al Mes pur ammettendo allo stesso tempo che all’Italia «serve altro». Il cerchio quindi si sta per chiudere, ma neanche questa è una sorpresa, considerando il sì del Pd e di Forza Italia al Mes senza condizionalità (staremo a vedere fino a che punto) e il monito del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, il quale ha avvisato che «chi indebolisce la maggioranza ne risponderà».