Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, chiede scusa per il disastro informatico di inizio mese – senza rinunciare, però, ad una punta di orgoglio, laddove afferma che l’Istituto ha fatto in pochi giorni, più di quanto fatto nei cinque anni precedenti – ed assicura nuovamente sulla scadenza di aprile per l’erogazione della cassa integrazione, ribadendo così quanto sostenuto nel corso della lunga videoconferenza che portò nella notte del 30 marzo alla firma della convenzione fra Abi e parti sociali per l’anticipazione degli ammortizzatori sociali. Si vedrà. Del resto, la cosa certa è che, comunque, l’Inps si trova a dover affrontare un carico di lavoro praticamente a risorse umane invariate – anzi, con qualche difficoltà logistica, viste le note limitazioni agli spostamenti -, una attività assistenziale che, peraltro, esula da quello che dovrebbe essere, per utilizzare un termine anglosassone, il core business, vale a dire l’attività principale, cioè pagare le pensioni. Tridico ha anche fornito alcuni numeri. Al momento, sono oltre cinque milioni le domande pervenute all’Inps, dalla cassa integrazione ai diversi bonus messi in campo con il decreto legge 18/2020, il cosiddetto Cura Italia. La platea di potenziali beneficiari si avvicina di molto alle 9,5 milioni di persone. Gli unici che però hanno visto qualcosa sono i circa 3,5 milioni di beneficiari del bonus di 600 euro, con altri 1,1 milioni in attesa.