Fase 2: se la locomotiva d’Italia una volta tanto partisse da Sud

E se fosse adesso, con il Covid-19, l’occasione tanto attesa dal Sud, Sicilia e Sardegna comprese, per crescere? Vale la pena rifletterci, ma non troppo a lungo e mettersi subito in moto, senza alcun intento rivendicativo verso il Nord che sta pagando ancora il prezzo più alto della pandemia. Non si tratta di ripartire prima, ma di far ripartire ciò che altrove sarebbe pericoloso rimettere in moto. Basti pensare a quanto rilevato dall’Osservatorio Salute Regioni che ha pubblicato una sorta di “mappa” del fine emergenza: si prevede che al Sud possa verificarsi già da fine aprile e subito dopo nel Lazio intorno a metà maggio. Per il Nord invece «non prima di fine giugno», in particolare per Lombardia e Marche. Le regioni del Centro-Nord, in cui la diffusione di Sars-Cov-2 è iniziata prima, saranno «verosimilmente» le ultime a liberarsi dalla morsa di Covid-19, mentre le prime a liberarsene potrebbero essere Basilicata e Umbria (21 aprile); Veneto e Piemonte il 21 maggio; Emilia Romagna e Toscana non ne usciranno «prima della fine di maggio». Si sta riscrivendo in un certo senso la geografia economica e produttiva d’Italia, fosse anche solo per breve tempo, ma vale la pena dimostrare di essere all’altezza affinché alcuni ritardi e divari possano essere superati. Si può fare, non solo perché alcune fabbriche resistono e insistono anche al Sud, ma anche perché si potrebbero riconvertire stabilimenti in via di chiusura o già chiusi nella produzione di materiale (dpi) che sarà ancora indispensabile per mesi visto che saremo costretti a convivere con il virus. D’altronde, nonostante le fosche previsioni, il Centro Sud ha dimostrato, magari anche facendo tesoro di quanto stava già accadendo al Nord, di saper arginare l’epidemia e di aver avuto occasione di far conoscer le sue eccellenze, come l’Ospedale Cotugno e l’Istituto Pascale di Napoli, la Cross (Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario) per il coordinamento dei soccorsi sanitari urgenti, che ha attivato la rete tra gli ospedali del Nord e quelli del Sud. Al Centro Sud inoltre si concentrano tanti tesori dei quali il nostro Paese può vantare e che in questo momento sono al collasso: arte, turismo e ristorazione, soprattutto. Un turismo tutto interno o solo italiano, quasi sicuramente, ma non è detto, da sfruttare e da recuperare se è vero, come è vero, che nella sola Campania il settore wedding (matrimoni) conta circa 12mila le attività e genera circa 1,5 miliardi di fatturato annuo. L’occasione è adesso.