Allo studio il dl aprile, mentre molti ancora aspettano il Cura Italia. La Cig non è stata ancora erogata a tutti ma si pensa, e anche male, alle vacanze

Promettere un bonus per le vacanze in Italia – fino a 325 euro – anche per risollevare così, a buon mercato, le sorti del turismo in caduta libera, mentre ancora non è stata pagata a tutti la cassa integrazione non è un segnale né di speranza né di equilibrio. I soldi promessi dal Governo entro il 15 aprile, come annunciato a marzo, sono slittati a fine mese e potranno essere ricevuti solo grazie all’anticipo delle banche da quei beneficiari della cassa integrazione per coronavirus, ordinaria o in deroga, che ne hanno fatto richiesta al proprio istituto. Tutto ciò, mentre c’è da mandare avanti una famiglia e onorare spese necessarie, con tutte le incertezze che ogni giorno piombano sul futuro e con i dubbi sanitari su quando la morsa del virus si sarà allentata davvero. Le vacanze oggi sembrano un miraggio e con 325 euro ci si può arredare al massimo un terrazzo – per chi ce l’ha – con una piscina gonfiabile e annesso doccino.
Nel frattempo il rischio che i soldi stanziati per la cig – e non solo – non bastino non è stato affatto scongiurato, soprattutto perché alcuni settori, come appunto il turismo (che rappresenta il 13% del nostro pil e il 15% dell’occupazione totale) e la ristorazione, avranno una ripresa ancora più lenta di altri e di cig ce ne sarà ancora tanto bisogno, se non si vorrà ingrossare l’esercito di disoccupati che l’Italia poteva “vantare” già pre-covid19. Ecco allora che il Governo ha pensato bene con il Dl aprile, allo studio in questi giorni, mentre quello di marzo fatica a dispiegare tutti i suoi effetti, di alimentare ancora più aspettative e speranze: introduzione del reddito di emergenza, un bonus autonomi di oltre 800 euro, tutti i sostegni al reddito prolungati fino a giugno dalla cassa integrazione ai congedi speciali. Ma bisogna andare oltre giugno, ben oltre, data la situazione che è oggettivamente sotto gli occhi di tutti. Anche alla luce di uno studio dell’Università della Tuscia, pubblicato oggi, secondo il quale sono circa 21 milioni le persone che stanno vivendo questo momento di emergenza con serie difficoltà economiche e di queste quasi la metà ovvero 10 milioni la stanno affrontando con un reddito quasi nullo. Quanto al turismo quello che serve non sono mancette da dare ai singoli senza interventi mirati per il settore, come quanto meno l’istituzione di un fondo straordinario di ristoro per il mancato reddito percepito nel periodo di vigenza dello stato di emergenza dichiarato il 31 gennaio. Tanto per cominciare.