A tracciarlo uno studio del Politecnico di Milano

La School of Management del Politecnico di Milano e il Centro per la cura dei disturbi alimentari Villa Miralago hanno tracciato l’identikit dell’italiano costretto alla quarantena. Condotto a livello nazionale, al sondaggio – la ricerca è stata realizzata attraverso social network: Facebook, Linkedin, WhatsApp – hanno partecipato 6.651 persone, 3.432 delle quali residenti in Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza sanitaria. Innanzitutto i ricercatori sottolineano che il 50% del campione ha avuto casi di contagio tra parenti o conoscenti mentre il 3% ha avuto un’esperienza diretta con il virus. Necessarie per contenere la diffusione del virus, tuttavia le misure restrittive hanno un impatto notevole sulla salute psichica e fisica delle persone costrette alla quarantena: a tre settimane dall’inizio del lockdown, quattro persone su dieci ammettono che il clima in casa è diventato «stressante», addirittura «conflittuale» per il 15%. Una convivenza che diventa (sempre) più difficile da gestire anche a causa delle crescenti preoccupazioni: il 60% teme per la propria salute –
a preoccupare gli italiani non è soltanto un eventuale contagio, ma anche «il rischio di non ricevere cure adeguate nel caso di altri bisogni sanitari» – e per la propria situazione economica: il 50% era sicuro «dell’impatto negativo della pandemia sul loro reddito». Tre italiani su dieci dichiarano così di «dormire peggio per la preoccupazione o l’ansia», tra questi sono quattro su dieci quelli che hanno deciso di assumere «sostanze naturali, fitofarmaci, ansiolitici e antidepressivi». Altro scopo dell’indagine: scoprire i comportamenti alimentari degli italiani. Sono cambiati? Sì, secondo la maggior parte del campione. Non in meglio, però: le buone intenzioni – otto su dieci hanno dichiarato che intendono sfruttare la quarantena per provare a migliorare le abitudini alimentari – sono rimasti tali: il 54% non ha modificato il proprio apporto calorico, il 33% lo ha aumentato mentre il 60% ammette di avere ceduto per gola, noia o nervosismo. Il cambiamento delle scelte alimentari, riscontrato nel 72% dei casi, è dettato dalla difficoltà nel fare la spesa come di consueto – è così per il 46% del campione – o per la necessità di contenere le spese: 10%. Il tempo libero, infine: il 60% degli italiani lo impiega cucinando, pulendo, leggendo o parlando con amici e parenti.