Coronavirus: tanti i consulenti del Governo, altrettanta la confusione

È giusto affidarsi a esperti in momenti di emergenza ma in Italia forse si sta esagerando. L’ultimo manager in ordine di tempo reclutato dal Governo Conte è Vittorio Colao, fortemente voluto dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e messo a capo di una nuova task force, composta da altri 17 esperti, mirata a gestire la riapertura delle attività. Sorvolando sul fatto, non secondario, che appena arrivato ha già scatenato forti diatribe – qualcuno lo voleva ministro, qualcun altro, Conte, ha preferito “posteggiarlo” in una più innocua Commissione invece di metterlo a capo di un organismo – va detto che la nomina è piombata su Conte, ma sarebbe meglio dire su tutti noi e sulle nostre tasche, all’indomani della Conferenza stampa nella quale il presidente del Consiglio ha fatto «nomi e cognomi». Quindi essendo probabilmente il fine un altro, contenere le intemperanze del premier e costringerlo a confrontarsi con la maggioranza prima di prendere una decisione o una iniziativa, c’è il rischio che l’obiettivo dichiarato della Commissione, la ripresa delle attività, non faccia bene “centro” come tutti si aspettano. Troppo sospettosi? Pensiamo allora alla nomina, 20 febbraio corso, del Commissario straordinario per «l’attuazione e il coordinamento dell’opera di contrasto all’emergenza Coronavirus», nella persona del manager Domenico Arcuri, catapultato ad occuparsi degli approvvigionamenti di materiale e di attrezzature sanitarie, un lavoro delicato e immane per il quale ha messo su una squadra di 39 esperti. L’emergenza è davvero tale e c’è tantissimo da fare, talmente tanto che i comuni cittadini, ma a quanto ci risulta anche tanti operatori sanitari e lavoratori in prima linea, non riescono ancora a procurarsi con facilità e senza incorrere in speculazioni del caso delle semplici mascherine, fondamentali per proteggersi dal contagio. C’è da considerare anche un’altra Commissione istituita dal ministro per l’Innovazione per i controlli a distanza dei contagiati, in quarantena, dal Coronavirus, senza dimenticare Protezione Civile, con il suo Comitato tecnico scientifico, e l’Iss. Ogni presidente di Regione si è poi dotato, giustamente, di propri consulenti e ognuno sta fronteggiando la pandemia con misure che non combaciano tra di loro e con le disposizioni del Governo che ha autorizzato l’apertura di poche attività, librerie, cartolerie e negozi di indumenti per bambini, suscitando diverse critiche. Insomma la confusione, invece di diminuire, aumenta mentre nel frattempo altri Paesi europei che sono andati in lockdown dopo di noi stanno già seriamente organizzando la riapertura.