Indicazione simile era già arrivata dalle rilevazioni di Confindustria

A marzo la produzione industriale potrebbe aver registrato una contrazione di circa 15 punti percentuali. È quanto emerge dalla relazione del capo della Vigilanza di Bankitalia, Paolo Angelini, e il responsabile del servizio Stabilità finanziaria, Giorgio Gobbi, intervenuti in un’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario in merito alle iniziative della Task Force per la liquidità del sistema bancario nell’emergenza sanitaria. Una prima previsione sull’andamento della produzione industriale l’ha già formulata, a inizio mese, il Centro Studi Confindustria, indicando una diminuzione tra febbraio e marzo del 16,6% (-2,6% tra gennaio e febbraio), «riportando la produzione indietro sui livelli di quarantadue anni fa». Per quanto riguarda invece l’intero primo trimestre, la diminuzione attesa è del 5,4% («il calo maggiore da undici anni», spiega l’associazione di categoria), risultato che dovrebbe peggiorare notevolmente nel corso del secondo trimestre, portandosi al -15%. Altro campanello d’allarme giunto dalle rilevazioni di IHS Markit. La società londinese – che attraverso l’indice PMI fornisce un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – nel mese di marzo ha rilevato un calo dell’indicatore relativo alla produzione di 19.1 punti rispetto a febbraio. «I dati di marzo – secondo Lewis Cooper, economista di Markit – hanno evidenziato i risultati peggiori del settore mai registrati sinora e, considerando che l’economia italiana è praticamente ferma, è improbabile che una qualsiasi ripresa dalle interruzioni dovute al Covid-19 possa essere rapida».