Lo studio del Comitato tecnico scientifico presenta elementi di riflessione

La decisione del governo di ribadire il no ad una ripartenza più spinta delle attività produttive poggia su uno studio del Comitato tecnico scientifico, istituito in coerenza con la dichiarazione dello stato di emergenza. L’analisi esula per molti versi dalle normali evidenze in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto poggia principalmente sul concetto di distanziamento sociale. Ebbene, i rischi maggiori sono per i lavoratori – e per i clienti/utenti, naturalmente – di bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, palestre, dentisti e discoteche. Nell’elenco, rientrano anche le scuole. Non mancano curiosità: le fabbriche di mobili sono meno rischiose di altre attività industriali, anche se l’Inail, non più tardi di un anno fa, aveva dedicato un focus specifico proprio sui rischi nella lavorazione del legno e similari. Rischio basso per le attività legali, mentre per la pubblica amministrazione rimane l’opzione smart working.