Eurogruppo: un’intesa che non regala nulla e lascia al loro destino i Paesi in difficoltà. Un accordo che serve solo a dimostrare che l’Ue esiste ancora

Con l’accordo raggiunto nella notte dall’Eurogruppo, per il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, alleato dell’Italia per una manciata di giorni, si è evitato «di vedere esplodere l’Ue». Vediamo come. I punti salienti, perché nuovi, dell’intesa sono due: l’uso flessibile del Mes, solo per «costi sanitari diretti e indiretti» legati al Covid19, e la nascita di un fondo (circa 500 miliardi di euro) legato al bilancio europeo, finanziato con «strumenti finanziari innovativi», in linea con i Trattati, temporaneo, mirato e proporzionato ai costi straordinari provocati dalla pandemia. Ma, per cortesia, non chiamateli eurobond, perché «gli eurobond sono una cosa con la quale non sono d’accordo e con la quale non sarò mai d’accordo», ha sottolineato il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, in conferenza stampa dopo l’Eurogruppo. Il suo parere pesa visto che è proprio a causa della contrarietà di Germania e Olanda, Paese di 7 milioni di abitanti specializzato fin dal lontano ’600 in bolle speculative (allora sul prezzo dei Tulipani) e oggi quinta economia Ue grazie alla peculiarità di essere paradiso fiscale per multinazionali, che il Mes è stato salvaguardato, mentre il fondo finanziato con “strumenti finanziari innovativi” è vago. «Questo testo è deliberatamente vago sugli “strumenti finanziari innovativi”», ha spiegato Hoekstra, «ciascuno può leggervi quello che vuole. Ma penso che sia anche importante non illudersi». Il pacchetto complessivo ora è nelle mani dei Capi di Stato e di Governo. Quindi tutto da rinegoziare, altro round. Riassumendo sono quattro le opzioni per combattere la devastante crisi economica da Coronavirus: i prestiti del Mes agli Stati membri; gli aiuti (sempre prestiti) della Banca europea degli investimenti (Bei); il sostegno alla cassa integrazione nazionale proposto dalla Commissione europea (Sure), che ogni Stato deve finanziare, e la proposta francese del fondo, quello «deliberatamente vago», finanziato da obbligazioni congiunte per il rilancio dell’economia. Per l’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, «l’Italia e altri hanno accettato prestiti Esm che porteranno ad un’austerità rigorosa l’anno prossimo, a pietosi prestiti alle imprese della BEI, a un sistema pseudo-federale di riassicurazione contro la disoccupazione, oltre a qualche briciola di filantropia. In cambio si sono impegnati a una depressione permanente». Evidente dunque quali siano i veri vincitori, gli avidi Paesi del Nord, e i perdenti non sono soltanto i Paesi del Mediterraneo, ma soprattutto i popoli europei che più di altri stanno pagando il prezzo altissimo dell’epidemia e della profonda e lunga recessione che ancora deve manifestarsi un tutta la sua potenza.