Il governo mette insieme i provvedimenti urgenti, poche le novità di rilievo

In attesa della vera scossa che tarda ad arrivare, quella scossa capace di rimettere in moto il sistema e di dare un sostegno economico vero a lavoratori e imprese, il decreto Cura Italia, dopo il passaggio in Commissione, approda in aula al Senato per la sua approvazione, alla quale, verosimilmente, seguirà una lettura molto veloce nella Camera dei deputati, viste le condizioni del Paese. Il governo, proprio per velocizzare l’iter dei vari provvedimenti in campo, ha deciso, nella sostanza, di unificare in un solo provvedimento tre distinti decreti, accogliendo un pacchetto molto limitato di proposte emendative che non sembrano destinate a cambiare il corso della storia e a accelerare i diversi iter burocratici. Poche le novità anche sul versante dell’accesso agli ammortizzatori sociali. Fra queste, l’esclusione, sia per la cassa ordinaria che per quella in deroga, della fase della informazione e della consultazione con il sindacato nelle imprese che hanno chiuso in ottemperanza alle disposizioni della Presidenza del Consiglio e l’estensione degli ammortizzatori sociali anche agli assunti fra il 24 febbraio e il 17 marzo. Quest’ultima disposizione supera, per così dire, una falla normativa, derivante dal sovrapporsi dei decreti 6 del 23 febbraio e 18 del 17 marzo, per cui erano rimasti scoperti i lavoratori assunti in tutta Italia, esclusa la zona rossa, dopo il 23, ma licenziati prima del 17.