In Europa tutti parlano di “piano Marshall” ma non su come dovrebbe essere. Questo è il nodo che si dovrà sciogliere oggi nel corso dell’Eurogruppo, che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze dei 19 Stati dell’Unione monetaria, al quale l’ultimo Consiglio europeo ha affidato l’incarico di formulare proposte condivise per fare fronte all’emergenza sanitaria. Che vuol dire per ogni Stato «fare tutto il necessario»? Il fronte, sebbene diventato più mobile rispetto a una settimana fa, è sempre lo stesso: eurobond vs Mes. Circa dieci i Paesi, con Francia traballante, schierati per l’emissione di eurobond, titoli garantiti da tutta l’Ue o quanto meno dall’Unione Monetaria e quindi strumento, nonché oneri, comune. Contro gli Stati del Nord Europa che invece sono per il ricorso al Meccanismo europeo di stabilità (Mes), rafforzato tramite titoli emessi sempre dal Mes e con condizionalità più “morbide”, ma al quale accede ogni singolo Paese in difficoltà e di  conseguenza i “cocci” sono soltanto suoi. Per questo qualcuno prevede già un rinvio a dopo Pasqua. Ma il tempo è tiranno. Le uniche “certezze” che l’Ue offre sono la cosiddetta cig, il fondo Sure che va riempito dai singoli Stati, il Bei (di cui l’Italia è azionista al 19%) e il Mes, che al solo evocarlo appare, non a sproposito, il fantasma della Grecia. Il ricorso a Sure, Bes e Mes significa indebitarsi con condizionalità diverse, che sarà comunque doloroso restituire, anche per il conseguente giudizio negativo dei mercati che non amano notoriamente i Paesi indebitati. Ma l’appello del segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, verso l’Ue è stato chiaro: serve un’azione immediata. Il lock down simultaneo nei diversi Stati, anche se declinato in maniera non coordinata, ha fatto precipitare velocemente le economie verso il basso e quindi la ripresa, per essere tale, dovrebbe tracciare un grafico a “V”, per Gurria irrealizzabile. Mentre sarebbe più probabile e auspicabile una ripresa a “U”, possibile solo se vengono prese le decisioni giuste, ma adesso. Riusciranno i nostri “eroi”, che stavolta non saranno a stelle e strisce?

IL PIANO PER LA RIPRESA EUROPEA (ERP)

Sotto la presidenza di Henry Truman il 2 aprile 1948 gli Usa varano il famoso Piano Marshall (European Recovery Program) ideato dal Segretario di Stato George Marshall per la ricostruzione dell’Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli Usa impiegarono oltre 13 miliardi di dollari.