L’indice PMI è sceso di 35 punti; in peggioramento anche la fiducia delle aziende sull’attività dei prossimi 12 mesi

Per la prima volta dal gennaio del 2019 il settore dei servizi ha registrato una contrazione dell’attività: l’indice PMI, calcolato da IHS Markit, è crollato a 17.4 punti dai 52.1 di febbraio, riportando quindi un calo di circa 35 punti. «Gli effetti della pandemia da Covid-19 – scrive IHS Markit nel comunicato diffuso questa mattina – hanno colpito il settore italiano dei servizi nel mese di marzo, causando la più rapida contrazione dall’inizio dell’indagine a gennaio 1998». «Le aziende intervistate – si legge ancora – hanno collegato questa flessione alle misure di emergenza e alle chiusure imposte per arginare la diffusione del Covid-19». In particolare la società londinese (che basa i suoi report su indagini che coinvolgono oltre 400 aziende terziarie italiane) segnala una marcata riduzione dei nuovi ordini, il cui indice ha registrato un calo di quasi 40 punti. Di conseguenza le aziende hanno ridotto drasticamente il numero dei dipendenti, facendo rilevare la più forte riduzione di posti di lavoro in più di 22 anni di raccolta dati (le rilevazioni sono iniziate nel 1998). In peggioramento anche la fiducia delle aziende sull’attività dei prossimi 12 mesi, con l’indice relativo all’attività futura sceso al di sotto dei 50 punti (soglia che divide previsioni di crescita dell’attività da previsioni di contrazione). Commentandole rilevazioni, l’economista di IHS Markit, Lewis Cooper ha spiegato che «i dati di marzo indicano tempi estremamente impegnativi per l’economia italiana dove la portata dell’impatto sulla produzione, sull’occupazione e gli investimenti probabilmente peserà a lungo sull’intera società».