di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Ci sono situazioni imprevedibili, di fronte alle quali qualche errore è perdonabile, purché fatto in buona fede. Il Covid-19, ad esempio. Una malattia sconosciuta fino a poche settimane fa, con addirittura esperti virologi che minimizzavano paragonandola a una semplice influenza. Una pandemia affrontata all’inizio con incredulità e leggerezza, dalle quali sono scaturite scelte sbagliate, gli aperitivi in piazza perché “il vero virus è la paura”, il rifiuto di ascoltare le richieste dei governatori del Nord che chiedevano una quarantena rigorosa per chi tornasse dalla Cina, con poi una corsa ai ripari costellata da indecisioni, tentennamenti, ritardi, quello della fornitura delle mascherine il più clamoroso. Si poteva fare molto di meglio, ma si possono, forse, anche comprendere le difficoltà cui si va incontro nella gestione di una simile circostanza del tutto inedita. Il tempo, speriamo, ci dirà qualcosa in più sulle informazioni che già almeno da gennaio provenivano dalla Cina e che avrebbero permesso al governo di prendere provvedimenti più tempestivi. Ci sarà molto da analizzare, a pandemia finita, e speriamo che ognuno sia messo di fronte alle proprie responsabilità. Queste considerazioni si riferiscono, comunque, a situazioni particolarmente complesse, in cui è facile sbagliare. Ci sono anche, però, altre situazioni, molto più semplici e prevedibilissime. In questi casi gli errori diventano imperdonabile negligenza, non ci sono scuse, non ci sono attenuanti. Specie se le conseguenze ricadono sugli altri, e ancor di più se a pagarne gli effetti sono persone in difficoltà. Specie se chi commette uno sbaglio, clamoroso ed evitabile, non rappresenta solo se stesso, ma un’istituzione prestigiosa e in senso lato tutto uno Stato, screditandoli entrambi. Era prevedibilissimo, ad esempio, l’assalto di ieri al sito dell’Inps, e facilmente evitabile. Se ne parlava da giorni, da quando è stato dato l’annuncio, poi smentito, del “click day”, per il bonus a partite Iva e autonomi rimasti senza lavoro da un giorno all’altro. Si sapeva che sarebbe finita così e infatti così è andata. Possibile che un portale istituzionale non sia in grado di fronteggiare una situazione attesa da giorni, compresi possibili attacchi da parte di fantomatici hacker? Perché non è stata prevista sin da subito una razionalizzazione delle procedure, come quella prontamente ideata, ad esempio, per la riscossione delle pensioni? Uno scaglionamento, per settore produttivo o in ordine alfabetico? Ora, solo ora, l’Istituto ha stabilito di suddividere gli accessi fra patronati, commercialisti e privati cittadini. Troppo poco e troppo tardi, dopo un giorno intero di caos, con il sito in tilt e falle sulla privacy, a danno di lavoratori e cittadini già provati dall’emergenza coronavirus. L’ennesima dimostrazione di pressappochismo e incompetenza.