Alle parole, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non sta facendo seguire i fatti. A dirlo è stato il leader della Lega, Matteo Salvini, che, nel corso di un’intervista rilasciata al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ha osservato che, diversamente a quanto dichiarato pubblicamente, il premier «non sembra interessato» al contributo del centrodestra. «Da lui solo qualche telefonata di cortesia e un paio di garbate riunioni. Non mi sembra interessato al nostro contributo», ha detto, ricordando che, una volta superata questa emergenza, gli italiani saranno chiamati a giudicare il governo. Potranno decidere «se è stato all’altezza» o meno. «Nell’emergenza chi è a bordo di un bus si deve affidare al guidatore, non ha alternative. Ma quando si arriva a destinazione – e presto ci arriveremo – i passeggeri giudicano se l’autista si è comportato bene, se è stato all’altezza», ha detto Salvini. «A fine corsa il loro giudizio sarà giusto, cioè severo, non ne dubito», ha aggiunto. Il voto non è l’unica richiesta del leader leghista. Secondo l’ex ministro dell’Interno, per rilanciare il Paese, impendendo una recessione, il governo deve «mettere in campo almeno duecento miliardi» di euro. Soldi che, ha spiegato, sarà possibile recuperare attraverso «una pace fiscale ed edilizia». L’unica via è «un nuovo patto sociale, altro che sospendere due cartelle fiscali. Dobbiamo ricominciare tutto daccapo o non ne usciremo», ha concluso.