Alle ferite profonde, la maggior parte delle quali invisibili come il virus, provocate dal Coronavirus – e in un certo senso anche dalla sua “gestione” – è stata dedicata oggi dall’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, un’iniziativa doverosa.

A mezzogiorno, nei Comuni d’Italia, bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio per ricordare le vittime causate dalla pandemia. Bandiere a mezz’asta anche sui ministeri, degli Esteri e dell’Istruzione, su Palazzo Chigi e sul Quirinale, ma anche sull’Ambasciata russa e quella kosovara, a Roma. Messaggi di cordoglio da tutte le istituzioni nazionali e locali per esprimere vicinanza agli italiani, si può quasi dire, caduti a causa del virus, anche nello svolgimento del proprio dovere, cioè lavorando.

I dati della Protezione Civile, aggiornati a ieri, raccontano una realtà sconfortante soprattutto per alcune zone d’Italia. I morti sono così suddivisi: 6.818 in Lombardia, 1.538 in Emilia-Romagna, 413 in Veneto, 749 in Piemonte, 417 nelle Marche, 231 in Toscana, 397 in Liguria, 147 in Trentino, 125 in Campania, 150 nel Lazio, 107 in Friuli Venezia Giulia, 102 in Abruzzo, 91 in Puglia, 76 in Sicilia, 74 in provincia di Bolzano, 50 in Valle d’Aosta, 33 in Umbria, 31 in Calabria, 28 in Sardegna, 9 in Molise, 5 in Basilicata. Le vittime sono in tutto 11.591 e tra queste, va evidenziato, ci sono anche 66 medici mentre gli operatori sanitari contagiati sono 8.956.

Ricordiamo, infine, che molte persone sono decedute e sono state sepolte, da sole. Infatti, per ragioni sanitarie e di sicurezza, le cerimonie funebri sono state sospese: i familiari non hanno potuto così salutare i loro cari, per l’ultima volta. Tutta Italia oggi si è stretta intorno a loro.