di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questo momento così difficile non bisogna certo cedere alla retorica del buonismo: i problemi, infatti, non mancano, nella gestione sia nazionale che internazionale della pandemia. È nostro dovere sottolinearli, possibilmente anche offrendo soluzioni alternative, al fine di consentire una gestione migliore dell’emergenza, sia sanitaria che economica. In Italia ci sono moltissime persone in difficoltà e le risposte fornite finora dal governo nazionale e dalle istituzioni internazionali, Ue in primis, sembrano purtroppo insufficienti. Non chiedere maggiore impegno, non sottolineare errori e carenze significa abiurare al ruolo della politica e del sindacato, che consiste nel riconoscere i problemi e tentare di risolverli, non certo nel nasconderli sotto il tappeto di un retorico spirito collaborativo. Detto ciò, però, quando assistiamo a bei gesti di vera solidarietà, che in altri tempi si sarebbero definiti espressione di “nobiltà d’animo”, è altrettanto giusto e doveroso sottolinearli, per alimentare sentimenti preziosissimi, specie in tempi come questi, di speranza e fiducia nel futuro. Bei gesti come quelli delle migliaia di medici e infermieri che si sono messi a disposizione, di coloro che lasciano “spese sospese” per i più bisognosi ed anche gli atti concreti di solidarietà verso l’Italia che provengono dall’estero. Ad esempio siamo rimasti molto colpiti dalle parole del premier albanese, Edi Rama, che, oltre ad inviare un team di medici e infermieri in Italia per collaborare con la nostra sanità, in affanno di fronte al Covid-19, ha pronunciato un discorso di concreta solidarietà nei confronti dell’Italia. “È ormai casa nostra – ha detto – da quando i nostri fratelli e sorelle italiani ci hanno salvato, ospitato e adottati in casa loro”. Aggiungendo: “Non siamo privi di memoria, non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero”. Un discorso sentito, proveniente dal leader di un Paese comunque piccolo e non certo ricco, che mette ancor più in evidenza l’egoismo dimostrato da Stati ben più facoltosi eppure molto meno solidali. Tante volte abbiamo ricordato le difficoltà dell’Italia nel gestire, anche qui senza un adeguato aiuto da parte europea, una pressione migratoria eccessiva per un Paese come il nostro, nel quale molta parte della stessa popolazione italiana vive in stato di disagio economico e sociale, specie ma non solo nel Sud, come testimoniano anche i fatti degli ultimi giorni. Siamo lieti che qualcuno abbia finalmente dimostrato di saper riconoscere e apprezzare lo sforzo compiuto dall’Italia negli ultimi anni, ricambiandoci con affetto e solidarietà, e speriamo sia d’esempio anche per altri.