Cgil, Uil e Ugl di categoria dicono no ad un ridimensionamento della Compagnia

L’emergenza Covid-19 non rallenta la discesa di Alitalia, anzi, se possibile, l’acuisce ancora di più, con tutte le conseguenze del caso che si stanno facendo ad ogni ora più drammatiche per il personale dipendente, ma anche per tutto l’indotto aeroportuale e non solo. Così, mentre il decreto Cura Italia apre ad una nazionalizzazione molto soft, con peraltro poche risorse, e dai ministeri coinvolti trapelano indiscrezioni che definire allarmanti è poco – si parla di una Compagnia leggera con una trentina di aerei e massimo 3mila dipendenti -, i vertici di Alitalia si apprestano a raddoppiare i numeri dei dipendenti da mettere in cassa integrazione, coinvolgendo anche la controllata Cityliner. In totale, si potrebbe arrivare a 6.828 persone, con circa 850 fra comandanti e piloti, poco meno di 2mila naviganti del personale di cabina e oltre 2.600 unità fra il personale di terra. Dura la reazione delle federazioni di categoria di Cgil, Uil e Ugl.