“Lucilio s’è smarrito Seneca” vi offre qualcosa che difficilmente troverete altrove. Una voce in più in un coro poco sensibile a certe tematiche. Come il lavoro, ad esempio. Ieri, la band romana – quattro i componenti che la formano: Claudia Presciutti alla voce, Adolfo Spezzaferro alla batteria, Giacomo Mondini al basso e Antonio Rapisarda alla chitarra – ha pubblicato il suo ultimo video, “Delocalizza”, online su YouTube e sulla pagina Facebook del gruppo, realizzato rigorosamente a distanza, data l’attuale situazione d’emergenza, e con il contributo di una trentina di fan. Tutto ciò a pochi giorni dal lancio del singolo “Sorrisi”. Nella sua semplicità, il titolo riassume qualcosa che semplice non è: la delocalizzazione delle imprese italiane, un tema caro al nostro sindacato, protagonista di decine di iniziative. Una delle quali viene anche ripresa nel video del gruppo. Il testo denuncia i danni causati dalla delocalizzazione all’economia italiana. “Delocalizzare è tradire l’Italia”, si legge sui fogli mostrati dalle ragazze e dai ragazzi che hanno partecipato alla clip. Impossibile non essere d’accordo, a meno di non avere a cuore le sorti del Paese. Alla band non mancano i riferimenti musicali – le sonorità richiamano quelle dei Joy Division, dei Muse, ma anche il punk californiano e il folk – così come quelli culturali, a partire da Seneca e il suo stoicismo che ha forgiato imperatori e intere generazioni di italiani. Nel pantheon del gruppo, però, ci sono anche i futuristi, i romantici tedeschi e John Fante, lo scrittore italo-americano, autore di “Chiedi alla polvere”. Il risultato è assolutamente originale, che merita di essere ascoltato. Da tutti.