Covid-19: una pioggia di miliardi al Nord, mentre il Sud rischia di restare a secco. Gara di solidarietà a sostegno degli ospedali fino al Centro Italia. E poi?

L’emergenza coronavirus, tra i tanti aspetti, ha evidenziato l’importanza della responsabilità sociale delle imprese attraverso la gara di solidarietà chi si è innescata di fronte al diffondersi del contagio e al parallelo rischio di collasso del Servizio sanitario nazionale. Molte imprese hanno pensato al proprio territorio, altre hanno donato a livello nazionale. Ma da una certa parte d’Italia in giù, il Sud appunto, la solidarietà se non si è fermata del tutto, è di molto ridimensionata. Un fatto preoccupante dovuto non soltanto alla mancanza di sensibilità o di consapevolezza ma soprattutto al fatto che la desertificazione industriale in atto da un decennio almeno a questa parte, scatenata dal fenomeno delle delocalizzazioni, ha depauperato il territorio da una presenza, quella delle imprese, che è baluardo non solo in termini di occupazione e di Pil, cioè di ricchezza prodotta, ma anche, come in questo caso, di ammortizzatore “sociale”, ruolo che già ampiamente hanno svolto le famiglie, ma che in certi frangenti non bastano. Facciamo solo qualche esempio tra i più eclatanti, scusandoci in anticipo per quelli non segnalati per motivi di spazio. Investindustrial e le società partecipate hanno donato oltre 6,5 milioni di euro a diversi ospedali in Europa e in Italia. Nel nostro paese, in particolare, le strutture ospedaliere destinatarie delle donazioni del fondo presieduto da Andrea Bonomi sono l’Asst Fatebenefratelli Sacco, il San Raffele e l’Humanitas di Milano, l’Inmi Lazzaro Spallanzani e l’Irccs Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli di Roma, l’ospedale Sant’Anna di Como, la Fondazione Poliambulanza di Brescia, la Fondazione Comunità Bresciana, l’ospedale San Gerardo di Monza, l’ospedale di Vicenza e le strutture ospedaliere di Seriate e Alzano Lombardo. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha deciso di mettere a disposizione della Regione Lombardia, tramite una donazione, la somma di 10 milioni di euro, necessaria per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla fiera di Milano. 10 miliardi di euro anche dalla famiglia Agnelli e dalle sue società sia al Servizio sanitario nazionale, in coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile, sia alla fondazione La Stampa per distribuire gli aiuti necessari tra Torino e il Piemonte. Altrettanti milioni di euro dalla famiglia Ferrero che, attraverso Ferrero Italia, ha deciso di sostenere la struttura presieduta dal super commissario, Domenico Arcuri. Ma è sulla Lombardia in particolare, che si è riversata una vera e propria pioggia di donazioni. Al Sud? Segnaliamo l’Arcidiocesi di Matera-Irsina che donerà all’Ospedale “Madonna delle Grazie” della città dei Sassi circa 35 mila euro per sostenere l’acquisto di attrezzature, come ventilatori polmonari, e materiale medico. Come anche Il Rotary club Napoli Posillipo, presieduto da Maurizio Maddaloni, ha donato 20mila euro all’Ospedale Cotugno di Napoli per l’acquisto immediato di apparecchiature e dispositivi che la struttura sanitaria stava provvedendo a effettuare. Forse al Sud ancora non è scoppiata la vera emergenza, che il governatore della Sicilia attende per fine marzo, inizio aprile. Eppure il rischio collasso in quelle zone è già un dato di fatto. O non ci si pensa, il che è grave, o il Mezzogiorno è diventato la frontiera chiusa alla solidarietà.