Le precedenti previsioni indicavano un +0,5% per il Pil 2020

Alla fine del 2020 il Prodotto Interno Lordo italiano potrebbe registrare una contrazione dello 0,6%. è quanto stima il Fondo Monetario Internazionale nel rapporto annuale sull’economia del nostro Paese, tagliando notevolmente le previsioni diffuse prima dell’espansione dell’epidemia di coronavirus, quando aveva indicato una crescita di mezzo punto percentuale. A pesare, secondo il FMI, non solo le difficoltà interne, ma anche fattori esterni: «lo scenario internazionale si è indebolito e quindi c’è un notevole rischio che che il dato sia notevolmente più debole». Le dimensioni di questo calo (-0,6%) sottolinea infatti il report, «potrebbero restare molto incerte per diverso tempo» a causa sia del virus stesso che delle ricadute. Tuttavia, dopo la contrazione di quest’anno, nel prossimo triennio l’economia dovrebbe tornare a crescere, registrando un aumento del PIL dello 0,8% nel periodo 2021-2023, riflettendo la ripresa che interesserà sia la domanda interna a fronte di una stazionarietà di quella estera. Già quest’anno le esportazioni potrebbero registrare una flessione di quasi due punti. Secondo le stime di Washington, a causa delle misure fiscali intraprese dal governo italiano, a fine anno il rapporto tra deficit e Pil potrebbe salire al 2,6%, mentre il debito potrebbe aumentare fino a raggiungere il 137%. «Il disavanzo – si legge nell’analisi – potrebbe essere maggiore se l’impatto del virus si prolungasse e la crescita fosse sostanzialmente più debole. L’incertezza è molto elevata e le prospettive fortemente negative».